Oggi l’intervista del mese è con Gianluca Gariuolo – Head of Business Development di Amaro Lucano. Assieme scopriremo il progetto “Gran Tour dei Musei d’Impresa” e capiremo come le aziende possano diventare fattori di attrattività turistica di qualità e conservazione della memoria manifatturiera dei territori.
Il Gran Tour dei Musei d’Impresa non è solo un viaggio nel tempo, ma anche una fusione tra storia e innovazione. Qual è stato l’elemento più sorprendente che avete scoperto durante la realizzazione di questo progetto, che magari nemmeno voi protagonisti conoscevate fino in fondo?
Il Grand Tour è innanzitutto un viaggio nelle storie che artigiani visionari hanno compiuto in piccole comunità, trasformando, grazie anche all’auto della propria famiglia, le piccole botteghe in imprese ed industrie fortemente radicate nel territorio. La connessione, quasi identitaria, del prodotto e del luogo di produzione, è forse l’elemento più sorprendente che unisce le tappe del Grand Tour. La storia e le comunità di Andria, di Altamura, di Pisticci e di Rossano, si legano con la storia dei Confetti Mucci, del Pane Forte, dell’Amaro Lucano e della Liquirizia Amarelli, e quei prodotti, non appartengono solo all’impresa, ma diventano patrimonio comune di un’intera collettività. L’Amaro Lucano non è l’amaro del gruppo Vena, è l’amaro di tutti i Pisticcesi e di tutti i Lucani.
Se potessi scegliere un oggetto o un dettaglio del Museo Essenza Lucano che racchiuda l’essenza dell’Amaro Lucano e della sua storia, cosa sceglieresti e perché?
Essenza Lucano è un viaggio multisensoriale: colpisce prima il naso e poi gli occhi per l’inebriante e inconfondibile profumo delle 32 erbe officinali che guida i visitatori fin dall’ampio giardino aromatico nella corte d’ingresso, luogo dal fascino suggestivo dove la botanica diventa tangibile, in cui si possono toccare con mano gli ingredienti che compongono la formula del liquore. Offre la possibilità di toccare le erbe fresche e le erbe secche utilizzate per ottenere gli estratti e di ascoltare alcune delle più conosciute pubblicità degli anni passati che hanno reso celebre il claim “Cosa vuoi di più dalla vita?”, terminando infine con l’esperienza gustativa presso la Bottega. Ma c’è un dettaglio del percorso museale che racchiude i 130 anni di Amaro Lucano: il calco della prima bottiglia circondato dalla collezione di etichette di Amaro Lucano di questi ultimi 130 anni. Dal primo calco fino all’ultima etichetta, un filo conduttore orgogliosamente scelto dal Fondatore, Cavaliere Pasquale Vena: la pacchiana, Pisticci, luogo di produzione, ed il motto “Lavoro ed Onesta”. Quell’etichetta racchiude l’essenza ed il segreto stesso dell’Amaro Lucano: lavoro, onestà e Pisticci, da oltre 130 anni, innovando nella tradizione.
Il Gran Tour fa rivivere la cultura imprenditoriale del Sud Italia. Come immaginate che i visitatori stranieri percepiscano questa sinergia tra tradizione e innovazione quando visitano i musei? C’è stata una reazione che ti ha colpito particolarmente?
Il Grand Tour dei Musei di Impresa, che unisce il Museo del Confetto Mucci, il Museo del Pane di Vito Forte, il Museo della Liquirizia Giorgio Amarelli ed ovviamente Essenza Lucano, nasce a margine di un evento promosso da Oropan e Museimpresa svoltosi a novembre 2022 ad Altamura. L’idea era quella di unire luoghi ed imprese capaci di innovarsi senza perdere il forte legame con il proprio passato ed offrire questo patrimonio di cultura imprenditoriale e di “saper fare bene prodotti” ad un target di visitatori stranieri, ispirandoci ai Grand tour dell’800, quando l’Italia era meta di scrittori e letterati del centro Europa, che nel loro viaggio italiano traevano ispirazione. I nostri ospiti non sono solo dei gastronauti o appassionati del cibo italiano. Il loro interesse è rivolto a conoscere la storia che c’è dietro ogni prodotto: il percorso di impresa, che non è mai solo in discesa ma conosce ovviamente anche fasi di difficoltà, ha portato un prodotto, sia esso il confetto, il pane, il liquore o una nobile radice, ad attraversare oltre due secoli ed essere apprezzato e consumato in Italia e nel Mondo. Mi colpisce sempre che i visitatori stranieri, soprattutto quelli provenienti dal Nord America, siano tra i più curiosi ed interessati a comprendere come sia stato possibile che un piccolo artigiano di una piccola comunità del Sud Italia sia riuscito a conquistare l’interesse liquoristico in Italia e nel Mondo.
Oltre alla storia di Amaro Lucano, ci sono tante storie che caratterizzano ogni museo coinvolto. Se dovessi scrivere il prossimo capitolo della storia dell’impresa lucana, come lo immagineresti tra 50 anni? Con quali imprese o settori rappresentati?
La storia dell’Amaro Lucano è innanzitutto la storia di un’impresa che è ha investito e continua a produrre in Basilicata. Lo stesso museo Essenza Lucano è investimento che consolida l’impresa con il proprio luogo di origine per immaginare almeno altri 130 anni. Non ho idea quale possa essere il settore trainante, ma certamente la Basilicata è un’area produttiva in cui sono presenti eccellenze agroalimentari ed imprese che hanno saputo cogliere le opportunità delle nuove tecnologie ed aprirsi a nuovi mercati. Al di là del settore, l’auspicio è che l’impresa lucana tra 50 anni continui a mantenere la capacità di sapersi innovare nella tradizione.
Il tour non riguarda solo l’imprenditoria, ma anche la scoperta del territorio. Se il “Gran Tour dei Musei” fosse un cocktail, quali ingredienti rappresenterebbero al meglio il suo spirito e come lo chiameresti?
Esiste già un nostro prodotto liquoristico che porta il nome del Museo, l’Amaro Essenza Lucano, nato per celebrare proprio l’apertura del Museo, riserva di Amaro Anniversario affinato per dodici mesi in barrique che hanno precedentemente accolto grappa. Se fosse un cocktail conterrebbe certamente alcune delle erbe che sin dai monaci certosini vengono coltivate in Basilicata ed utilizzate secondo tradizione monastica
Cosa prevede il futuro del progetto? Ci sono piani per espandere il “Gran Tour dei Musei d’Impresa” includendo altre realtà imprenditoriali italiane, o per creare nuove collaborazioni internazionali?
Il Grand Tour dei Musei di Impresa nasce all’interno dell’Associazione Museimpresa e già adesso altri associati ragionano, in diversi territori italiani, su come consolidare reti e partnership tra Musei per favorirne la fruzione. La crescita e lo sviluppo del circuito Grand Tour non può che rappresentare un’opportunità per tutti quei luoghi produttivi che condividano l’obiettivo di promuovere la cultura di impresa. Per il 2025 focalizzeremo l’attenzione soprattutto sulle scuole e sul turismo industriale, segmento sempre più in crescita.
Per concludere, ci consiglieresti un libro e un film che secondo te racchiudono l’essenza della tradizione e dell’imprenditorialità italiana?
Ci sono tante storie di impresa che meritano di essere raccontate, lette e viste. Storie di grandi imprenditori o monografie di geni italici che hanno cambiato la nostra vita quotidiana che meritano di essere conosciuti per ispirare qualunque impresa. Forse tra le figure meno conosciute, consiglierei la lettura di “Adriano Olivetti, un italiano del Novecento”