Intervista ad Andrea Maria Bertolazzi – Presidente di Gnucoop Soc. Coop

Quanto può essere protagonista l’AI nello sviluppo dei Paesi del Sud del Mondo e quanto invece può essere antagonista, andando ad aumentare il divario fra Paesi con diversi livelli di sviluppo?

Il rischio è effettivo e presente. L’AI necessita in generale di Internet e grandi risorse di calcolo. 

Come per altre tecnologie, le opportunità offerte in termini di accesso alle informazioni, sono esponenziali. Allo stesso tempo, come si è visto in passato, queste tecnologie vengono poi di fatto controllate, sia nella fase di sviluppo che in quella di utilizzo, da pochi soggetti che sono in grado di concentrare le risorse (di infrastrutture e di conoscenze) necessarie per gestirle. A fronte di grandi opportunità crescono di conseguenza i grandi rischi. Questi rischi possono essere mitigati essenzialmente da due fattori: il primo è l’uso di tecnologie aperte e il secondo è un ruolo innovativo della politica che regoli l’utilizzo di questi strumenti per il bene collettivo.

Quali sono gli aspetti più rilevanti dell’AI applicati al mondo e alle professioni della cooperazione allo sviluppo?

E’ stato chiaro subito a tutti come Chat GPT possa essere un compagno fedele nella scrittura. Ma le possibilità sono molto più ampie e si estendono a tutto il lavoro delle ONG. Penso che il primo campo su cui applicare l’AI sia la progettazione. L’IA può essere applicata a diverse fasi di questo processo, sia in una fase preliminare tramite l’analisi di bandi e l’identificazione di un progetto, come nella definizione della logica di progetto. Inoltre può aiutare all’interno del corpo dell’iniziativa, con la definizione di piani di monitoraggio e l’identificazione indicatori, la creazione strumenti di rilevazione e di report di avanzamento, la scrittura di comunicazioni interne ed esterne, la gestione delle risorse umane, la definizione e le creazione piani di comunicazione sociale. Infine, l’AI può servire per la creazione di contenuti formativi e le traduzioni automatiche di tutti i contenuti prodotti in qualunque lingua e molto altro.

Ci sono dei protocolli, delle guidelines, dei programmi internazionali o nazionali che indichino una strada virtuosa per lo sviluppo dell’AI nei Paesi del Sud del Mondo e/o qualche progetto già attivo che vorresti citare?

Per quanto riguarda le linee guida, mi sentirei di proporvi questo documento pubblicato da USAID (United States Agency for International Development) dal titolo “ARTIFICIAL INTELLIGENCE (AI) ETHICS GUIDE” all’interno del quale vengono affrontate le diverse sfaccettature dell’intelligenza artificiale. La guida riporta informazioni riguardo le sfide, le opportunità e i rischi dell’AI presentando esempi concreti di discussione sull’etica dell’utilizzo di questo strumento e di come, esse dovrebbero risolversi.

Poi mi sento di consigliare anche un interessante lavoro di ricerca accademica sull’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) – nel settore umanitario. Nel lavoro, si riconosce come i moderni strumenti di NLP abbiano il potenziale per supportare l’azione umanitaria in diverse fasi del ciclo di risposta umanitaria, tuttavia, la mancanza di consapevolezza sulle opportunità concrete offerte dalle tecniche più avanzate e i vincoli posti dalla scarsità di risorse limitano l’adozione di strumenti NLP in questo campo. Davvero un bel testo per approfondire un tema ancora agli inizi. 

Se avesse la possibilità di sviluppare due interventi/policy diretti in questo campo (senza limiti di budget) cosa attiverebbe?

Per prima cosa la creazione di LLM (Large Language Model) open source e context sensitive, con la collaborazione delle Università e degli operatori provenienti da contesti vulnerabili.

La seconda invece sarebbe la formazione di docenti e operatori nei Paesi del Sud del Mondo all’uso dell’IA.

Ci può consigliare un libro o un film per continuare ad approfondire questo tema?

Ci sono diversi libri e film che parlano di questo tema ma, personalmente, mi sento di proporvi come letture: “Io robot” di Isaac Asimov, che è del 1950 ma sempre più contemporaneo. Poi, aggiungo: “Macchine come me” di Ian McEwan. 

Per quanto riguarda i film consiglierei “Her” di Spike Jonze con protagonista il premio Oscar Joaquin Phoenix e “E noi come stronzi rimanemmo a guardare” film italiano diretto da Pif con protagonista Fabio de Luigi.

NB: le interviste qui riportate non fanno parte di servizi commerciali a pagamento. Esse hanno il solo scopo di condividere idee, progetti e riflessioni tra gli iscritti alla newsletter De-LAB.