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Lo spunto del mese: intervista ad un professionista esperto di soluzioni digital applicate al settore delle risorse umane

Oggi intervistiamo un professionista esperto di soluzioni digital applicate al settore delle risorse umane. La sua esperienza ci permetterà di capire cosa si prospetta all’orizzonte in un settore che è in continua evoluzione.

Potresti raccontarci la tua professione ed in cosa consiste il tuo supporto alle Risorse Umane

Da 25 anni mi occupo di sistemi informativi per la gestione delle risorse umane. In generale possiamo divedere l’ambito in due grossi filoni: la componente amministrative, composta principalmente dall’elaborazione delle paghe, delle presenze e assenze, delle note spese, e la componente gestionale che si occupa dei processi classici tipici della vita aziendale del dipendente, come assunzione, cessazione, trasferimento, ma anche di valutazione delle performance, definizione di piani di carriera, analisi delle competenze, compensation retributiva, selezione del personale. Lo scopo è quello di supportare le Risorse Umane nella definizione, nella gestione e nell’evoluzione dei propri processi.

Com’è cambiata la gestione dell’equilibrio lavoro-vita privata nelle grandi aziende?

L’equilibrio lavoro-vita privata è qualcosa che tutti, dipendenti e aziende, cercano da sempre di raggiungere. È difficile dare una valutazione uniforme di quanto questo obiettivo sia stato raggiunto o sia ancora in divenire, poiché molto dipende sia dalla visione soggettiva di ogni lavoratore, sia dalla mansione svolta in azienda che dal contesto in cui si opera. In generale, però, le aziende sono oggi molto attente agli aspetti personali della sfera del dipendente: attenzione alle diversità, equilibrio lavoro – vita, welfare, spazi di socializzazione, survey per raccogliere opinioni e valutazioni dei dipendenti. E l’equilibrio lavoro-vita privata è uno dei temi più analizzati e discussi oggi. Iniziative come la settima a corta o un regime definito di smartworking, laddove possibile, sono segnali di una sempre maggior attenzione da parte delle aziende verso la sfera privata del dipendente.

Noti una percezione diversa dei brand da parte della generazione dei Millennials e generazione Z? Che cosa è importante per loro a livello di relazioni umane? 

Il brand è da sempre uno degli elementi principali nella valutazione da parte delle persone nella scelta dell’azienda. Oggi l’evoluzione e la diffusione dei social consentono alle aziende di veicolare il proprio messaggio, la propria immagine, la propria filosofia di vita e di lavoro in modo molto capillare. Senza però dimenticare il lato “analogico” mediante eventi presso le scuole e le università, programmi di formazione e percorsi scuola lavoro. L’azienda è molto attenta agli aspetti importanti per le nuove generazioni: ecologia, sostenibilità, attenzione alle diversità, equilibrio lavoro-vita privata, ambiente accogliente, team integrati. Si aggiunge a questo anche lo smartworking, che nell’ultimo periodo ha comportato una rivoluzione nei processi aziendali: al termine della fase di obbligatorietà, si è alla ricerca di soluzioni equilibrate che consentano di rendere strutturale ed efficace lo strumento. 

Talvolta si criticano le grandi aziende per la loro considerazione dei dipendenti molto distaccata, come fossero dei numeri: se, e in che modo, il digitale può “accorciare le distanze”?  

Le aziende dedicano sempre maggiori risorse e attenzioni verso i propri talenti e alle risorse in generale. Si cerca di fidelizzare i dipendenti definendo una cultura aziendale basata su valori concreti e condivisi, favorendo un ambiente di lavoro positivo e supportando anche gli aspetti della sfera privata del dipendente. L’evoluzione tecnologica ha diffuso in modo capillare strumenti e sistemi prima limitati a strutture specializzate. Si consente così di definire processi più oggettivi, usufruibili da sempre più persone, semplici e che coinvolgono il dipendente in prima persona. 

Quali saranno le tre più grandi sfide nella gestione delle risorse umane in Italia nei prossimi 3 anni? 

L’evoluzione e la diffusione della tecnologia, lo sviluppo dei social e della conseguente analisi del dato, il ruolo primario che alcune tematiche stanno assumendo nel dibattito quotidiano (ecologia, cambiamenti climatici, rispetto per il prossimo, il lavoro ibrido ufficio-smartworking) coinvolgono per forza di cose anche le aziende. La gestione delle risorse umane, per attrarre talenti e giovani, deve evolversi sia negli strumenti che nei processi. Gli analytics, cioè la raccolta, l’organizzazione e l’analisi dei dati provenienti dalle risorse, diventano oggi la sfida per il prossimo futuro. Le strategie sia gestionali che di business si baseranno sempre più sull’analisi di queste informazioni che dovranno essere precise e puntuali.  La definizione della modalità di lavoro, in sede, ibrida o in remoto, costituisce la sfida più importante, perché si gioca nel breve termine, perché è un argomento nuovo che impatta l’intera vita aziendale, perché ha effetti immediati e diretti sulle scelte dei lavoratori di qualsiasi generazione.

E proprio l’equilibrio tra le diverse generazioni, che mai come oggi presentano così evidenti diversità tra loro, sarà uno degli elementi di maggior complessità che le aziende dovranno affrontare nell’immediato futuro, alla ricerca di soluzioni diverse per interesse e per attrattività, che possano convivere tra loro e che siano al contempo eque per tutti.

Al mese prossimo!

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